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Marzo 2009

Il parere della Commissione UE a sostegno dell’uso dei primati non umani nella ricerca è errato

Fonte: Safer Medicines Trust – M. Clotworthy, R. Coleman, K. Archibald (Pubblicato sul Regulatory Affairs Journal Pharma)

Il Comitato scientifico sui rischi per la salute e l’ambiente (SCHER) ha concluso che l’uso dei primati non umani è essenziale in diverse importanti aree della ricerca, tra cui: test di sicurezza dei prodotti farmaceutici, sviluppo di vaccini e terapie per malattie infettive come HIV/AIDS, e sviluppo e sperimentazione di trattamenti per disturbi neurologici come il morbo di Parkinson.

Per questi settori, sostiene il Comitato, non esistono oggi metodi alternativi validi che consentano di abbandonare gli studi sui primati.

Test di sicurezza dei farmaci

Sul fronte dei test di sicurezza dei farmaci, il 67% dei primati non umani viene utilizzato per la sperimentazione dei prodotti farmaceutici (1). Tuttavia, non vi sono dati pubblicati che dimostrino la capacità predittiva dei test di tossicità basati sui primati, mentre una ricerca pubblicata nel 2008, riguardante uno studio molto citato sulla predittività dei cani e delle scimmie per la tossicità dei farmaci anticancro afferma: “I dati non forniscono prove statisticamente credibili del fatto che questi modelli animali presentino qualche valore predittivo, sia usati separatamente sia in modo combinato” (2).

Quasi il 34% dei primati usati nei test regolatori è sottoposto a test di tossicità per dose singola. Tali test, però, sono stati screditati da un ampio studio pubblicato nel 2008, sostenuto dalla European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (3).

Un esempio inquietante del modo in cui i test sui primati possono mancare di identificare inaccettabili reazioni avverse nell’uomo, proviene dal CD28-SuperMAB della Tegenero (TGN1412). L’agente, sviluppato per la cura della leucemia linfatica cronica a cellule B e dell’artrite reumatoide, ha causato danni quasi letali nel primo trial clinico condotto nel 2006. Un test basato su cellule umane, capace di rilevare gli effetti avversi non identificati dai test su animali, è ora stato sviluppato (4).

Poiché l’utilità dei test di sicurezza farmacologica basati sui primati non è confermata da alcuna prova scientifica, occorre valutare la capacità predittiva di tecnologie all’avanguardia specifiche per l’uomo (microdosaggio, microdialisi, test basati sui tessuti, DNA microarray e tecnologie con pazienti virtuali).

E’ necessario effettuare un confronto tra le due metodologie sperimentali, utilizzando un gruppo di farmaci per cui siano già disponibili dati umani e dati ricavati dai primati. Il progetto di legge “Safer Medicines (Evaluation)” attualmente all’esame del Parlamento britannico, imporrebbe al governo l’obbligo di commissionare proprio questo confronto (5).

Ricerca sui vaccini

Nell’area della ricerca sui vaccini contro l’HIV, oltre 80 vaccini per l’HIV hanno mostrato efficacia nei primati ma hanno fallito nei trial clinici (6). Come ha riconosciuto Anthony Fauci, direttore dello US National Institute of Allergy and Infectious Diseases (7): “Abbiamo imparato che uno dei modelli animali, il modello SHIV [scimmia], ha capacità predittiva molto scarsa. Almeno ora sappiamo che ci sono casi in cui ci protegge dallo SHIV, ma non ci si protegge affatto nel modello umano”.

Nel frattempo, la società statunitense VaxDesign ha sviluppato un modello di sistema immunitario umano per: “rispondere ai limiti intrinseci agli attuali modelli basati su animali, ovvero al fatto che gli animali non possono mai offrire risultati pienamente predittivi per un nuovo vaccino o una nuova terapia per le differenze fisiologiche fondamentali che dividono l’uomo dall’animale”. L’approccio proposto dalla VaxDesign è anche sostenuto Wayne Koff, vice presidente senior del dipartimento di ricerca e sviluppo dell’International AIDS Vaccine Initiative.

Ricerca neurologica

Sulla ricerca neurologica SCHER dichiara: “L’applicazione della stimolazione cerebrale profonda nei pazienti umani affetti dal morbo di Parkinson deriva dagli esperimenti sui primati non umani”. Ciò è falso: la stimolazione cerebrale profonda è stata sperimentata per la prima volta nell’uomo (8). La ricerca clinica su questo tipo di trattamento ha preceduto di decenni il modello basato sui primati (9). Praticamente tutto ciò che sappiamo sull’Alzheimer e sul Parkinson  proviene dallo studio dei pazienti e dei loro tessuti: non dai primati.

Secondo John Xuereb, direttore del Cambridge Brain Bank Laboratory e del Wolfosn Brain Imaging Centre (entrambi con sede all’Università di Cambridge) (10): “L’Alzheimer, il Parkinson e altri disturbi neurodegenerativi si verificano nell’uomo ed è nei tessuti umani che dobbiamo cercare la risposta a queste malattie”. Sono stati pubblicati oltre 700 interventi risultati efficaci nei modelli animali di ictus cerebrale. Di questi, quasi 150 sono stati sperimentati e sono risultati inutili o dannosi nell’uomo (11). Molti scienziati condividerebbero la dichiarazione di David Wiebers della statunitense Mayo Clinic (12): “L’eccessiva fiducia nei modelli umani può ostacolare più che far progredire la scienza nel trattamento di questa malattia”.

Nel frattempo si è verificata una vera e propria esplosione nel campo delle tecniche di imaging: magnetoencefalografia, elettroencefalografia, tomografia a emissione di positroni, risonanza magnetica funzionale per immagini, spettroscopia di risonanza magnetica, stimolazione transcraniale magnetica e imaging del tensore di diffusione.

Queste tecniche, e molte altre, ci hanno consentito espandere la nostra conoscenza del cervello umano, in condizioni di salute e malattia, molto di più di quanto non abbiano mai fatto gli studi sui primati non umani. In ultima analisi, è attraverso gli studi sul cervello umano che si potrà trovare rimedio ai disturbi neurologici umani.

(1) Dichiarazione del Parlamento europeo sui primati utilizzati negli esperimenti scientifici

http://ec.europa.eu/environment/chemicals/lab_animals/pdf/fische_suite_en.pdf

(2) Matthews RAJ, Medical progress depends on animal models – doesn’t it?, Journal of The Royal Society of Medicine, 2008, 101, 95-98

(3) Robinson S. et alias, Regulatory Toxicology and Pharmacology, 2008, 50 (3), 345-352

(4) Mayor S., Researchers refine in vitro test that will reduce the risk of "first in humans" drug trials, BMJ 2008;337:a3061

(5) The Regulatory Affairs Journal – Pharma, 2009 20(2), 87-90

(6) NIH factsheet: clinical Trials of HIV Vaccines, 2007, http://www.niaid.nih.gov/factsheets/clinrsch.htm

(7) Condor S., Green C, Is it time to give up the search for an Aids vaccine?, The Independent, 24 aprile 2008

(8) New Scientist, 183(2457), 24 July 2004, 40

(9) Putnam Tj (ed): The diseases of the basal ganglia, Hafner Publishing, New York, 1966

(10) Xuereb J, BBC Radio Cambridge, 7 February 2002

(11) CAMARADES, www.camarades.info/index_files/Page354.htm

(12) Wiebers D, et alias, Stroke, 1990, 21(1), 1-3

 

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