Comunicato 14.05.12

Un chiarimento con i veterinari

Il Comitato Scientifico EQUIVITA e la LEAL, Lega Antivivisezionista, esprimono profondo sdegno e rammarico per l'appello che l'Associazione nazionale medici veterinari italiani (ANMVI) e la Società italiana veterinari animali da laboratorio (SIVAL) hanno ritenuto di dover indirizzare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sostenendo la necessità della vivisezione ai fini del progresso scientifico. In questo appello, facendo ricorso all’articolo 9 della Costituzione Italiana (tutela della ricerca scientifica), ANMVI e SIVAL auspicano che la Direttiva 2010/63/UE sulla sperimentazione animale venga recepita in modo pedissequo e rifiutano l'introduzione di qualsiasi misura più favorevole agli animali, dichiarandosi preoccupate per la tutela della salute umana e per la libertà di ricerca scientifica.

EQUIVITA e LEAL, incredule di fronte a una simile presa di posizione, si sentono tuttavia rassicurate nell’apprendere che l’ANMVI, nata come federazione delle società veterinarie scientifiche, non si può ritenere organo di rappresentanza dei veterinari italiani, i quali non hanno alcuno strumento di controllo sull’operato politico dei suoi dirigenti. Si sentono ancor più rassicurate dalla netta presa di distanza di numerosi medici veterinari che in questi giorni segnalano, nelle sedi più diverse, la propria contrarietà all’appello in questione: sullo stesso forum dell'ANMVI e su numerosi social network.

A differenza di quanto sostenuto nell’appello al presidente della Repubblica firmato ANMVI e Sival,  molti medici veterinari sostengono che il maggiore ostacolo all'avanzamento scientifico è rappresentato proprio dal perdurare della sperimentazione animale quale modello di riferimento nella ricerca biomedica e tossicologica. Ecco alcune delle dichiarazioni raccolte in queste ore:
 
 
Enrico Moriconi, presidente AVDA, Associazione Veterinari per i Diritti Animali.
"Stupiscono le dichiarazioni a favore della sperimentazione animale, dal momento che voci autorevoli esprimono motivate critiche sull'efficacia di tale pratica.  Sperimentare sugli animali non significa accrescere la sicurezza delle persone perché spesso induce false certezze. Dovremmo impegnarci piuttosto per trovare metodi sostitutivi che diano maggiori sicurezze senza comportare indicibili sofferenze per gli animali".
 
Cristina Crespi, veterinario:
"Sono un veterinario e, come molti altri della mia categoria, mi dissocio completamente da ciò che ANMVI ha pubblicato. Posso garantire che é in atto una sorta di sommossa popolare da parte nostra. Non abbiamo idea di cosa sia successo né del motivo per cui abbiano preso questa posizione. Siamo sconcertati..."
 
Liliana Luciani, veterinario:
"Nel mondo veterinario si sta scatenando una vera bufera a causa delle affermazioni dell'ANMVI non autorizzate dai suoi iscritti! Moltissimi colleghi stanno chiedendo a gran voce una smentita da parte dell'associazione".
 
Piero Brovazzo, veterinario:
ANMVI non rappresenta i Medici Veterinari, di certo non rappresenta me!

Massimo Raviola, comitato bioetica di ASSOVET, (
Associazione italiana medici veterinari titolari di struttura privata).

“Finchè non capiremo in coscienza che solo con il rispetto e la tutela degli altri esseri viventi, potremo finalmente pensare di marciare verso un mondo migliore e più sano, il nostro destino sarà, come possiamo già ben vedere oggi, di vivere in una società in cui, nonostante tutta questa grandiosa ricerca a scapito degli animali, la malattia è sempre più presente, la cronicizzazione delle patologie che ci interessano è sempre più diffusa e di fatto il benessere umano è sempre più deficitario”.
 
Oscar Grazioli, consigliere di ASSOVET, in una sua precedente dichiarazione
“Da Cartesio in poi non siamo mai riusciti ad abbandonare un tragico errore metodologico che costringe l’umanità a sprofondare nel buio dell’Alzheimer, del Parkinson, della sclerosi e delle distrofie, studiate su cani, ratti, scimmie e anfibi, organismi completamente diversi dal nostro. Milioni di animali, ogni anno, subiscono nei laboratori avvelenamenti con sostanze chimiche, farmaci e cosmetici, induzione di malattie di ogni genere che sono solo uno specchio deformante, un’imitazione farlocca di quelle umane. Subiscono esperimenti senza senso, utili solo a gonfiare i punteggi per concorsi e stipendio […] La ragione umanitaria per cui questi sacrifici sono “necessari” rappresnta la più tragica balla che vi hanno mai raccontato".

 

EQUIVITA e LEAL ravvisano nell'appello di ANMVI alla Presidenza della Repubblica un modo per eludere il confronto sui termini reali della ricerca scientifica. Come già argomentato nella LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA SALUTE RENATO BALDUZZI (http://www.equivita.it/index.php/it/12-comunicati/446-comunicato-090112)  dello scorso gennaio noi sosteniamo che la sperimentazione animale rappresenta un ostacolo all'avanzamento della scienza; un enorme sperpero di risorse economiche; uno sperpero ancora più grave di vite umane.  E perciò auspichiamo, insieme al Consiglio Nazionale delle Ricerche statunitense, una “svolta epocale”, nella cultura come nella pratica scientifica, che sostituisca la sperimentazione sugli animali con le più moderne tecnologie di ricerca, con immenso beneficio:
·       per l'affidabilità dei risultati
·       per la quantità dei dati che si riescono a ottenere
·       per la rapidità delle risposte e la riduzione dei costi
·       per la sicurezza degli esseri viventi, umani e non.
 
Per informazioni:

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