Newsletter dicembre 2008

15/12/08

Coltivazione degli Ogm in Europa: possibile inversione di rotta con il nuovo anno

Fonte: Reuters Gran Bretagna, Jeremy Smith

Secondo quanto hanno dichiarato funzionari dell’UE e rappresentanti dell’industria, il Commissario dell’Ambiente Stavros Dimas, avrebbe redatto una bozza di autorizzazione per due mais gm destinati alla coltivazione all’interno dell’Unione europea. Se i ministri degli stati membri dovessero acconsentire, la moratoria sulla coltivazione degli Ogm, vigente in Europa da ormai 10 anni, giungerebbe a termine.

L’immissione nell’ambiente dei mais Bt11 e 1507 era stata fortemente avversata dal Commissario Dimas a ottobre del 2007. Accendendo la speranza della società civile, il Commissario aveva preparato una notifica di rigetto in cui evidenziava la mancanza di certezza sulla sicurezza dei transgenici. Ora però, la crescente pressione su Bruxelles, il terzo parere favorevole dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e gli effetti della controversia giuridica aperta dalla Pioneer potrebbero rimettere in moto il processo delle autorizzazioni.

Nel corso di un dibattimento pubblico sul caso, la Commissione si è impegnata a presentare una proposta di autorizzazione che tenga conto del terzo rapporto favorevole dell’EFSA e a sottoporla al giudizio degli stati membri a gennaio. La decisione sarebbe attesa per febbraio, ma secondo alcuni esperti nell’attuale clima europeo è impossibile che la Commissione autorizzi la coltivazione di vegetali gm.

11/12/08

In Messico la culla del mais contaminata dagli Ogm

Fonte: Le Monde, Joëlle Stolz

Allarme per la biosicurezza del mais in Messico: uno studio molecolare effettuato da ricercatori messicani, statunitensi e olandesi dimostra la presenza di geni provenienti da organismi geneticamente modificati in varietà di mais tradizionale coltivate in remote regioni dello stato di Oxaca, a sud del paese. Le conclusioni dello studio redatto da Elena Alvarez-Buylla (Istituto di Oncologia dell’Università Nazionale Autonoma del Messico – UNAM) e da una decina di altri ricercatori saranno illustrate nel prossimo numero di Molecular Ecology.

Il lavoro potrebbe riaprire la polemica suscitata nel 2001 da un articolo molto controverso della rivista Nature, in cui i biologi David Quist e Ignacio Chapela dell’Università di Berkeley rivelarono che il mais tradizionale di Oaxaca, uno dei centri di origine del cereale, era stato contaminato da geni Roundup Ready (RR) e Bt della società statunitense Monsanto.

Nel documentario “Il Mondo secondo Mosanto”, Marie-Monique Robin ricorda il linciaggio mediatico che, su istigazione della più grande impresa di Ogm, investì Ignacio Chapela. Nature finì allora per pubblicare una ritrattazione, stimando che l’articolo dei due biologi non fosse sufficientemente documentato.

Sette anni dopo, sottolinea una recensione pubblicata su Nature del 13 novembre, il lavoro diretto da Elena Alvarez-Buylla conferma tuttavia largamente le loro conclusioni. I ricercatori, infatti, hanno rinvenuto transgeni in tre dei ventitrè campi della Sierra Nord di Oaxaca da cui provenivano i campioni analizzati nel 2001 e in altri due siti da cui sono stati prelevati nuovi campioni nel 2004.

Per leggere la notizia:

04/12/2008

Decisioni del Consiglio UE dell’Ambiente sugli Ogm

Fonte:  Consiglio dell’Unione europea http://www.consilium.europa.eu/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/en/envir/104553.pdf

Il Consiglio dei ministri dell’Ambiente UE, tenutosi a Bruxelles lo scorso 4 dicembre, si è chiuso con alcune importanti acquisizioni. Il temuto colpo di mano da parte di Germania e Gran Bretagna non si è verificato ed ha prevalso la linea restrittiva auspicata dalla Presidenza francese.

La soglia di tolleranza per la presenza accidentale di Ogm nelle sementi convenzionali dovrà essere fissata al valore minimo rilevabile per garantire la libera scelta alimentare dei consumatori. Sarà possibile istituire zone “libere da Ogm” sulla base di accordi volontari e introdurre misure di gestione specifiche, incluso il divieto, nelle regioni che presentano particolari caratteristiche agronomiche e ambientali.

La revisione delle linee guida dell’EFSA per la valutazione dei rischi ambientali dovrà continuare. Iniziata a marzo 2008 su mandato della Commissione UE, essa dovrà giungere a completamento non più tardi di marzo 2010 e avvalersi della partecipazione dei competenti organi scientifici degli stati membri. La revisione porterà a un notevole ampliamento dei criteri di valutazione dei rischi: dovranno essere valutati gli effetti degli Ogm sugli organismi non target, saranno messe a punto metodologie sperimentali e teoriche per la previsione degli effetti a lungo termine e dovrà essere considerato l’impatto ambientale degli erbicidi prodotti dalle piante gm o a loro abbinati (come nel caso degli Ogm resistenti agli erbicidi). Si apre, infine, alla valutazione dei rischi e dei benefici di carattere socio-economico: gli stati membri sono chiamati a raccogliere e scambiare informazioni sugli effetti socio-economici e sulla sostenibilità agronomica dei transgenici e la Commissione a stendere su questa base un rapporto che sarà presentato al Parlamento UE entro gennaio 2010.

04/12/08

Gli Ogm? Solo una piccoola parte della produzione mondiale di colture di base

Fonte: WorldWatch, USA - Alice McKeown

Nel 2007 l’estensione delle colture transgeniche è cresciuta del 12% raggiungendo 114,3 milioni di ettari. Nonostante questo incremento, tuttavia, a 10 anni dalla loro prima comparsa sul mercato, gli Ogm occupano solo un modesto 9% della terra mondiale utilizzata per la produzione di colture di base e sono rappresentati da quattro sole coltivazioni commerciali (o “cash crop”): soia (51%), mais (31%), cotone (13%) e colza (5%). Dei 23 stati del mondo che nel 2007 hanno coltivato Ogm, 17 sono paesi a reddito alto e medio-alto e 6 sono a reddito medio-basso. Leader mondiale della produzione restano gli Stati Uniti seguiti da Argentina e Brasile. A grande distanza si trovano Paraguay e Uruguay, grandi coltivatori di soia gm e, in misura nettamente minore, di cotone e mais. L’India è al quinto posto con il cotone mentre la Cina, primo stato a coltivare una varietà commerciale di tabacco transgenico nel 1992, è rimasta considerevolmente indietro.

Per leggere la notizia:

03/12/08

L’Italia riapre alla sperimentazione in campo sugli Ogm

Fonte: Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA)

La Conferenza Stato Regioni ha approvato i protocolli di sperimentazione per nove colture transgeniche. Per legge, la sperimentazione in campo degli Ogm deve essere prima autorizzate da una Commissione speciale e, successivamente, dalla Conferenza Stato Regioni.

Nel 2007, il ministro dell’Agricoltura ha emesso un decreto ministeriale contenente alcuni protocolli per la ripresa dei test su campo. Il decreto è però stato contestato dall’allora ministro dell’Ambiente e leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. Lo scorso agosto, tuttavia, il nuovo ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha approvato i protocolli, poi sottoposti all’esame della Conferenza Stato Regioni. Il decreto ministeriale attende ora la firma del ministro dell’Agricoltura Luca Zaia. Il ministro Zaia ha espresso più volte pubblicamente la propria ferma opposizione alle biotecnologie agricole ma molti osservatori ritengono che firmerà il decreto.

I nove protocolli approvati riguardano: kiwi, cedri, ciliegie, fragole, grano, melanzane, olive, pomodori e uva. Il decreto lascia alle regioni il compito di implementare le norme e dà loro facoltà di adottare misure più restrittive rispetto a quelle previste nei protocolli al fine di “ridurre il rischio della contaminazione”. Nonostante molte regioni italiane si siano dichiarate “libere da Ogm”, regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sembrano interessate alla  sperimentazione in campo degli Ogm.