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Newsletter 3/08

Settembre 08

REACH, dinosauro della chimica?

Fonte: “La Notice d’Antidote” 16 - Andre Menache

REACH (Registration, Evaluation, Authorization and Restricrion of Chemicals) è il regolamento sulle sostanze chimiche della Comunità europea. Entrato in vigore il 1° giugno 2007, esso si propone di registrare, valutare e autorizzare le sostanze chimiche presenti nell’ambiente limitandone il numero.

Il compito di gestire questo enorme programma è stato affidato all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (European Chemicals Agency - ECHA) costituitasi di recente e con sede a Helsinki.

Questo articolo intende presentare una sintesi della conferenza tenuta il 21 giugno del 2007 a Vannes da Andre Menache ed inviare a tutti gli scienziati responsabili, alle autorità e ai cittadini un segnale di allarme affinché ci si impegni per scongiurare una catastrofe.

Continua:

Settembre 2008

Inutili i modelli animali per la ricerca sulle malattie neurologiche

Fonte: EMP (Europeans for Medical Progress)

Un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature* ha criticato l’uso dei topi come modelli per la sperimentazione di farmaci umani definendoli “sostanzialmente inutili”. Soltanto nell’ultimo anno tre importanti potenziali farmaci contro l’Alzheimer sperimentati sui topi hanno dato esito negativo. Benché, infatti, gli scienziati siano in grado di creare nel cervello dei topi placche (deformazioni caratteristiche della malattia) simili a quelle contenute nel cervello dei pazienti umani, i topi non soffrono di demenza e i farmaci sviluppati per combattere le loro placche hanno più volte dato risultati negativi nei test effettuati sull’uomo.

Ciò sta inducendo gli scienziati a chiedersi se i topi possano veramente mimare quel che si verifica nel cervello umano.

Continua:

Luglio 2008

Risposta a una domanda molto comune sulla sperimentazione animale

Fonte: Andre Menache – Antidote Europe

Ho letto in diversi articoli che la sperimentazione su animali è sbagliata, ma se non usiamo gli animali quali esseri viventi possiamo utilizzare in loro sostituzione? La prego di non rispondermi che la soluzione sta nell’uso di programmi informatici e nella sperimentazione su batteri perché sono utili solo in ambito formativo.

Inoltre, qual è la sua posizione in merito alla sperimentazione sull’uomo?

Gli argomenti contro e a favore della sperimentazione su animali sono molti ma nessuno sembra avere una soluzione”.

Gentile amico,
come chirurgo veterinario, non testerei un farmaco per pappagalli su cavalli da corsa bensì su dei pappagalli e su dei pappagalli malati, non sani.
I farmaci possono provenire da diverse fonti, tra cui i funghi e le piante. Inizierei per tanto col cercare di individuare qualche attività farmacologia interessante nelle piante, nei funghi, in campioni di terra ecc …, utilizzando le tecniche dello Screening ad alta resa (High Throughput Screening – HTS), in cui il nuovo composto viene confrontato con sostanze chimiche già farmacologicamente attive. Questa scienza è già ampiamente praticata ed è nota come “Relazione quantitativa struttura-attività” (Quantitative Structure Activity Relationships - QSAR).

Questo approccio non prevede l’uso di animali.

Continua:

13/08/08

Nuovo studio rivela: sono 115 milioni gli animali utilizzati negli esperimenti in tutto il mondo

Fonte: Dr Hadwen Trust

E’ stata pubblicata sulla rivista scientifica ATLA (Alternatives to Laboratory Animals) la prima analisi statistica mondiale sul numero degli animali utilizzati nella ricerca scientifica elaborata da due associazioni britanniche: Dr Hadwen Trust e BUAV (British Union for the Abolition of Vivisection).

Secondo le stime contenute nello studio, il numero degli animali utilizzati ogni anno in esperimenti di laboratorio ammonta a 115 milioni. Persino questa cifra colossale, tuttavia, rappresenta sicuramente una stima per difetto poiché molte sono le omissioni nei sistemi di registrazione

Nonostante la ricerca su animali susciti grande interesse in tutto il mondo, l’indagine condotta dalle due associazioni ha rivelato che solo il 21% dei paesi in cui si pratica la vivisezione (37 su 179) raccoglie dati sugli esperimenti effettuati all’interno del proprio stato.

Il resto non conserva alcuna traccia degli animali utilizzati in laboratorio o della sofferenza cui sono sottoposti.



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