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Aggiornamento sulla sperimentazione animale in 6 punti

di Fabrizia Pratesi de Ferrariis *

1 - Cos’è la sperimentazione animale (o vivisezione):

è un metodo di ricerca che si serve, in laboratorio, di animali vivi per lo sviluppo delle conoscenze biomediche. Ma il Comitato EQUIVITA e l’intero movimento scientifico antivivisezionista - in continua crescita - di cui esso fa parte denunciano l’ errore metodologico su cui si basano sia l’attuale ricerca biomedica, sia le leggi oggi esistenti,  per le quali ogni nuova sostanza e ogni nuova cura devono essere testate su animali prima di essere immesse sul mercato. E’ un errore metodologico considerare  gli animali (o le loro parti) modelli attendibili per l’uomo e per le sue parti. Infatti ogni specie animale non può essere modello che di se stessa  e le corrispondenze tra due specie possono essere verificate soltanto “a posteriori” (quando l’esperimento è stato ripetuto sulla seconda specie); mai “a priori”. Questo errore espone l’uomo a gravi rischi per quanto riguarda il suo futuro benessere.

 

2 - La sperimentazione animale reca danno all’uomo in due modi:

 

1)     perché fa in modo che vengano sperimentate sull’uomo sostanze che non hanno subito alcun vaglio preventivo (dal momento che le prove su animali non danno risultati utili all’uomo, neanche orientativamente): ogni specie reagisce in modo diverso (perfino ratti e topi, specie strettamente imparentate, offrono risposte differenti tra di loro nel 60% dei casi)

2)     perché si corre il rischio di scartare sostanze di grande utilità per l’uomo, per il solo fatto che sono risultate tossiche per qualche specie animale.

 

3 - Perché esiste ancora la sperimentazione animale:

La legge che impone la sperimentazione animale viene tuttora conservata sia per l'inerzia mentale che ha sempre ritardato ogni rinnovamento culturale, sia – molto più ancora - per gli enormi interessi economici e professionali ad essa collegati. Questi vanno ben oltre il commercio di animali. Infatti il test su animali è strumento eccellente per costruire curriculum e pubblicazioni "scientifiche", ma è soprattutto ideale per favorire gli interessi delle aziende produttrici (basta scegliere la specie animale, o anche il ceppo all’interno di una stessa specie, più idoneo a dare la risposta desiderata).

La sperimentazione animale è dunque l'alibi per una sperimentazione sull'uomo senza adeguate garanzie, l'uomo essendo in tal modo la vera cavia per ogni nuovo prodotto immesso sul mercato

Essa fornisce inoltre alle aziende produttrici “l’incertezza della prova”: consente di dire, prima delle prove cliniche sull’uomo, “non vi è pericolo, tutti i test su animali sono stati fatti” e, una volta avvenuto il disastro farmacologico, “tutti sanno che purtroppo le prove su animali non sono sempre predittive” … permettendo alle aziende di aggirare la responsabilità civile e il pagamento dei danni causati.

 

Dice Claude Reiss, presidente di “Antidote Europe”, direttore emerito del CNRS, Parigi:

“Il fatto che la stessa sostanza possa essere dichiarata ‘inoffensiva’ o ‘cancerogena’ a seconda della specie animale utilizzata, fa della sperimentazione animale lo strumento ideale per commercializzare ogni tipo di prodotto, anche se pericoloso, e per mettere a tacere le vittime che osassero fare causa al produttore”

4 - Statistiche:

  • Nel mondo si stima che ogni anno vengano immolati circa 500 milioni di animali nei laboratori di sperimentazione, ma è molto difficile avere dati precisi come è pure difficile avere filmati o immagini, perché tutto avviene in un alone di segretezza, al chiuso dei laboratori dove è ben difficile avere accesso.
  • Circa 60% degli animali vengono usati per la farmacologia, una parte più bassa per la ricerca medica (studio delle malattie), un’altra per i test sui cosmetici, una parte per i test di psicologia e poi i test bellici e didattici … Gli esperimenti di tossicità sono trasversali a tutte queste categorie (vengono effettuati in ognuna di esse) e rappresentano il 75% circa di tutti gli esperimenti su animali. Il 60% degli esperimenti viene fatto in laboratori privati, il 33% nelle scuole di medicina e università, il resto in laboratori pubblici e dipartimenti governativi.
  • Gli animali vengono devocalizzati, avvelenati, ustionati, accecati, affamati, mutilati, congelati, decerebrati, sottoposti a scariche elettriche, infettati, anche con virus che non colpiscono gli animali. Il 65% senza anestesia e il 22% con anestesia soltanto parziale.

5 - Al giorno d’oggi:

anche coloro che accettano, dal punto di vista etico, che si facciano esperimenti su animali, mettono come condizione che questi esperimenti abbiano valore e affidabilità scientifica. I medici antivivisezionisti, sempre più numerosi, sono quelli che sostengono e dimostrano che così non è.

 

L’avere sperimentato fino ad oggi su animali ha fatto in modo che fossero commercializzate molto spesso sostanze considerate sicure in base ad esperimenti fatti su animali e che poi si sono rivelate assai dannose per l’uomo (esempi recenti:Lipobay, Tgn1412); allo stesso modo è avvenuto che sostanze assai utili all’uomo siano state messe da parte per lungo tempo perché risultate dannose per qualche animale da laboratorio (esempio: il Cloroformio)

In USA e in Germania le malattie iatrogene (causate dalle cure mediche) sono la 4° causa di morte. Il 92% delle sostanze che risultano innocue per gli animali vengono scartate nelle successive prove sull’uomo (dati Pubmed, UK)

 

6 - Una situazione paradossale: quella dell’Europa:

Una situazione ben paradossale è quella attuale della battaglia antivivisezionista in Europa.

Progressi straordinari sono stati fatti di recente dal movimento antivivisezionista scientifico a livello globale:

1) negli Stati Uniti, dove il NCR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha annunciato tre anni fa nel suo documento “Toxicity teasting in the XXI century: a vision and a strategy” un “cambiamento epocale” che segnerà la storia della scienza “quanto la scoperta della penicillina, quella del DNA o quella del computer”, e che vedrà la scomparsa graduale dei test su animali, considerati poco affidabili;

2) sulle riviste scientifiche più accreditate, come “Nature”, che hanno in numerosi articoli contestato la sperimentazione animale;

3) nel documento finale del “VII Congresso Mondiale sui metodi alternativi e la sperimentazione animale (Roma, 2009)” che annuncia la fine dei test su animali, in quanto i nuovi metodi a disposizione forniscono prestazioni di gran lunga superiori sotto ogni profilo.

 

Nonostante questi rivoluzionari cambiamenti e il successo di questo nuovo paradigma scientifico che si sta rapidamente diffondendo, il movimento antivivisezionista ha incassato in Europa una clamorosa sconfitta con la nuova direttiva del 2010/63 sulla sperimentazione animale (revisione della direttiva 86/609). Questa risultata assai peggiore della precedente legge che si voleva migliorare. Infatti la nuova direttiva non solo non apre ai metodi sostitutivi, ma vincola sempre più alla sperimentazione animale, compiendo un passo indietro sia sul fronte dei diritti degli animali che su quello della tutela della salute umana e del progresso scientifico. Ciò malgrado il nostro movimento avesse usato ogni strumento d’informazione sui parlamentari.

Un sollevamento popolare è sorto in tutta Europa ed ha avuto in Italia la sua più forte espressione: in particolare con una manifestazione a Roma di circa 15.000 persone - nata quasi spontaneamente - seguita da una lunga marcia da P.za Repubblica a P.za del Popolo. Una nuova più recente e assai bella manifestazione si è svolta a Parigi il 23 aprile 2011.

 

Proteste e offerte di aiuto ci piovono da tutte le parti, dandoci la confortante convinzione che il “delirio” dell’Unione Europea sia servito a ricreare in Europa un movimento antivivisezionista trasversale e determinato. La protesta di un numero molto esteso di associazioni che si uniscono a noi, sostenuta da vari parlamentari europei, verrà incanalata in un progetto di carattere innovativo: l’uso dell’articolo 11 del Trattato di Lisbona (recentemente completato nel suo regolamento applicativo). L’articolo 11 consente ai cittadini di proporre una  “Legge d’Iniziativa Popolare Europea”. Dobbiamo cogliere l’occasione per sfruttare questo lungamente atteso strumento di democrazia per spingere l’Unione Europea sulla strada di una maggiore civiltà.

Porteremo infatti alla luce le contraddizioni di un sistema che, in luogo di tutelare la salute e l’ambiente, favorisce gli interessi privati, consentendo l’uso di un metodo di ricerca anacronistico e del tutto inaffidabile. Mentre le nuove tecnologie, di gran lunga più precise, veloci ed economiche, vengono scartate. Se occorrerà, faremo ciò anche con delle denunce nei confronti di chi è responsabile del danno alla salute umana.

* Coordinatrice Comitato Scientifico EQUIVITA

NB: Il Comitato Scientifico EQUIVITA (già Comitato Scientifico Antivivisezionista) è organo del Fondo Imperatrice Nuda contro la Sperimentazione animale. Esso riunisce laureati in discipline medico-scientifiche che denunciano il danno recato alla salute umana e al progresso scientifico da una ricerca biomedica che si vale del “modello animale”. L’Espresso (15/11/07)




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