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Newsletter febbraio 2009

26/02/09
Autorizzazione dei mais Bt11 e 1507: nulla di fatto alla riunione del Comitato di esperti
Fonte: EU Observer, Andrew Willis
Gli esperti che compongono il Comitato permanente per la catena alimentare e il benessere animale degli stati membri non sono riusciti ad approvare o a respingere la proposta di autorizzazione di due mais gm presentata dalla Commissione europea. La coltivazione dei mais Bt11 e 1507 in UE è stata approvata dagli esperti di 6 stati membri (91 voti) e respinta da quelli di altri 12 (127). Gli scienziati di 6 stati membri si sono astenuti e quelli di Germania e Malta non hanno presenziato le votazioni. Poiché i 127 voti contrari non costituiscono una maggioranza qualificata, la richiesta di autorizzazione presentata da Pioneer e Syngenta passa ora all’esame del Consiglio dei ministri dell’Ambiente. Anche questa volta, occorrerà una maggioranza qualificata; in sua assenza la Commissione potrà procedere ed emettere le autorizzazioni.

20/02/09
Lussemburgo, capitale europea, dichiarata "Città libera dagli Ogm"
Due terzi dei comuni del Lussemburgo rifiuta gli Ogm
Fonte: Yahoo France

Lussemburgo si è dichiarata “Città libera dagli Ogm” insieme a due terzi dei propri comuni, rifiutando l’uso degli Ogm sui propri campi e nei servizi di catering alimentare da essa finanziati.
L’iniziativa “Lussemburgo libera dagli Ogm” è una coalizione di 25 organizzazioni della società civile che nell’estate del 2006 ha fondato e lanciato una campagna per proibire la coltivazione e il consumo di Ogm a Lussemburgo. Da allora, due terzi dei comuni della città si sono dichiarati liberi da Ogm, adeguandosi alla volontà dei consumatori dello stato (secondo un sondaggio effettuato dall’Istituto ILRes nel 2005, l’83% dei lussemburghesi è contrario all’uso di Ogm in agricoltura).
"Questa decisione”, ha dichiarato il coordinatore della campagna Maurice Losch, “ha un notevole significato politico, se si considera che la Commissione europea sta cercando di imporre nuovi pericolosi Ogm contro la volontà di oltre il 60% dei consumatori europei”. Viviane Loschetter, vice Sindaco della città e responsabile per le questioni ambientali ha così commentato: “Gli Ogm sono un problema globale con conseguenze locali, perciò ci interessano tutti. Pertanto abbiamo tutti una responsabilità e la città del Lussemburgo ha fatto la sua parte. Nel rispetto del Principio di precauzione, abbiamo deciso di proteggere la salute dei consumatori e di proibire l’uso degli Ogm nelle mense e in altri servizi di catering. D’ora in avanti, coltivare Ogm sarà proibito. Esortiamo le altre capitali europee a seguire il nostro esempio e a dichiararsi “Capitali europee libere dagli Ogm”.

17/02/2009
Sentenza della Corte di giustizia europea: i cittadini hanno il diritto di sapere dove si trovano i campi coltivati con Ogm
Fonte: European Voice - Zoë Casey
La Corte di giustizia europea ha deciso oggi che l’ubicazione esatta dei campi coltivati con colture geneticamente modificate deve essere resa pubblica su richiesta dei cittadini.
Il tribunale ha dichiarato che, in base alle norme sulla trasparenza contenute nella Direttiva europea che regola l’immissione nell’ambiente degli Ogm, l’identità dei siti su cui si coltivano colture gm “non può in nessun caso restare riservata”, in quanto i transgenici possono arrecare rischio alla salute e all’ambiente.
Il caso è nato da una richiesta di Pierre Azelvandre, cittadino francese che nel 2004 ha scritto al Sindaco dell’Alta Alsazia e alla Commissione sull’accesso ai documenti amministrativi, chiedendo di conoscere l’ubicazione dei siti gm della sua regione. Non avendo ricevuto risposta dal sindaco e avendo la Commissione emesso parere sfavorevole per motivi di privacy e sicurezza degli agricoltori, Pierre Azelvandre ha interpellato il Consiglio di Stato, che ha a sua volta richiesto il parere della Corte di giustizia europea.

14/02/2009

Perché la Potificia Accademia delle Scienze ospita un dibattito a senso unico sulle colture biotech?

di Seàn McDonagh

Il sito web della Santa sede, nella sezione dedicata alla Pontificia Accademia delle Scienze, riporta informazioni su una Settimana di studio intitolata “Le piante transgeniche per la sicurezza alimentare nel contesto dello sviluppo”, che si terrà a Roma dal 15 al 19 maggio 2009 (1). L’evento potrebbe apparire lodevole, se non fosse che quel che segue è una campagna totalmente unilaterale volta a promuovere le colture geneticamente modificate. Il travisamento dei fatti inizia a pagina 2, dove si vede una foto di Papa Benedetto XVI con le braccia aperte, pronto ad abbracciare il mondo e, presumibilmente, la nuova tecnologia. Una volta letto il testo, risulta evidente che il Pontefice è preoccupato per le ripercussioni della crisi finanziaria sul prezzo del cibo per i poveri, ma non sta esprimendo il proprio sostegno agli Ogm.

Leggi tutto


13/02/09
Nuovo mais gm contiene proteine ricavate da misteriose creature marine
Gli esperti ammoniscono: se autorizzato, il cereale transgenico contaminerà la catena alimentare
Fonte: Union of Concerned Scientists

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha annunciato, a novembre del 2008, l’intenzione di deregolamentare una varietà di mais geneticamente modificata dalla Syngenta per la produzione di etanolo, sollecitando l’invio di commenti pubblici sia sulla propria decisione preliminare, sia sulla bozza di valutazione ambientale che ne illustra le motivazioni. Se il “mais-etanolo” dovesse essere deregolamentato, il vegetale non sarebbe più soggetto al controllo dell’USDA e potrebbe essere coltivato negli Stati Uniti senza alcuna restrizione e su qualsiasi scala.
La Syngenta ha sviluppato questa varietà di mais per  ridurre i costi di produzione dell’etanolo e renderlo maggiormente competitivo. La società spera, infatti, che la proteina introdotta nella pianta mediante modifica genetica possa rompere la catena dell’amido del mais nella fase delle alte temperature, e che il nuovo metodo sostituisca quello più costoso attualmente in uso, basato su proteine ricavate da microbi. La proteina creata dalla Syngenta, tuttavia, deriva dall’assemblaggio di proteine provenienti da tre organismi insoliti e alquanto sconosciuti che proliferano in acque marine estremamente calde.
Nei commenti fatti pervenire all’USDA, il Sindacato degli Scienziati Responsabili, ha sottolineato che se l’Agenzia dovesse autorizzare la coltivazione del cereale nelle proporzioni richieste dalla Syngenta, la contaminazione del mais destinato ad uso alimentare e mangimistico sarebbe inevitabile. I cittadini si ritroverebbero così a consumare proteine non nate per il consumo alimentare ed esposti a grave rischio di allergie. Il Sindacato ha chiesto all’USDA di salvaguardare l’integrità della catena alimentare proibendo la produzione in campo aperto del nuovo cereale gm e di tutte le altre colture geneticamente modificate a scopo industriale o farmaceutico.

 

04/02/09

La società civile fa appello alle autorità per bloccare l’ingresso in UE di due nuovi inquinanti Ogm e mantenere i divieti degli stati membri sul MON810

Fonte: Greenpeace, Save our Seeds, Via Campesina Europa, IFOAM, EuroCoop

La Commissione europea ha recentemente proposto di autorizzare all’interno dell’Unione europea la coltivazione dei mais Bt11 e 1507 e di indurre Francia, Grecia Ungheria ad abrogare i propri divieti nazionali sul mais MON810.

Nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri dell’Ambiente UE (4 dicembre 2008), tuttavia, i governanti hanno concordato sulla necessità di una fondamentale revisione dei criteri di valutazione dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e stabilito che gli Ogm che producono pesticidi, come i due mais Bt11 e 1507, devono essere considerati pesticidi a tutti gli effetti e come tali valutati in termini di impatto ambientale e sanitario.

A settembre 2008, inoltre, la Direzione generale per la salute e l’ambiente della Commissione UE ha incaricato l’EFSA di valutare in che modo gli Ogm resistenti agli erbicidi hanno modificato il consumo di erbicidi.

In un appello rivolto ai ministri UE, le organizzazioni della società civile hanno chiesto alle autorità di rispettare le raccomandazioni emesse dai diversi organismi europei e di respingere la proposta di autorizzazione presentata della Commissione. I mais Bt11 e 1507, infatti, pur essendo pesticidi e contenendo anche un gene che li rende resistenti all’erbicida glufosinate, non sono mai stati valutati alla luce dei nuovi e più stringenti criteri. Il glufosinate, inoltre, in base al Regolamento sui pesticidi adottato il 13 gennaio 2008 sarà proibito in Europa.

Occorre ricordare che le varietà vegetali resistenti al glufosinate inducono un consumo non solo certo ma anche più abbondante di tale erbicida, come già si è visto con gli erbicidi al glifosate della Syngenta, il cui consumo è aumentato del 43% nell’ultimo anno.

Anche l’abrogazione dei divieti nazionali di Francia, Grecia e Ungheria sul mais MON810 è stata fortemente contestata. Risultato dannoso per organismi non target, il suolo e gli ecosistemi acquatici, il MON810 è attualmente al centro di un nuovo processo di valutazione in Europa. “Per questo”, sostengono le ONG “anche solo pensare di abrogare i divieti emessi su base nazionale, prima che sia portata a termine una nuova valutazione del prodotto, appare contrario a ogni logica e buon senso”.

 

Newsletter gennaio 2009

 

01/09

Studio condotto su cellule umane dimostra la tossicità dell’erbicida Roundup

Fonte: CRIIGEN – www.criigen.org

I ricercatori dell’Università di Caen Nora Benachour e Gilles-Eric Séralini hanno testato l’erbicida Roundup su cellule umane accertandone i gravi effetti tossici. L’erbicida è stato sperimentato in quattro diverse formulazioni, ciascuna enormemente diluita rispetto alle concentrazioni usate in agricoltura, su cellule neonatali di cordone ombelicale appena prelevate e su campioni meno sensibili, comunemente utilizzati per misurare la tossicità delle sostanze inquinanti.

Nel giro di poche ore, le quattro formulazioni hanno programmato la morte di tutte le cellule esaminate, danneggiato il DNA e la membrana cellulare, e inibito la respirazione cellulare.

E’ stato inoltre notato che la miscela dei composti utilizzati come coadiuvanti del glifosate, amplifica ulteriormente l’azione del principio attivo.

I ricercatori hanno dichiarato di aver intrapreso la ricerca perché il Roundup è, nelle sue diverse formulazioni, tra gli erbicidi più utilizzati al mondo, e abbinato alla soia Roundup Ready della Monsanto, geneticamente manipolata per essere resistente al glifosate, ha conosciuto una nuova potente diffusione. La soia gm, fanno notare i ricercatori, è il maggiore Ogm importato in Europa per fini alimentari e mangimistici e contiene residui di Roundup. I ricercatori esortano le autorità a revocare l’autorizzazione concessa all’uso del Roundup sulla base dei nuovi dati di tossicità e in ragione dell’effetto moltiplicatore delle sostanze coadiuvanti, che rendono le soglie di tolleranza attualmente disposte dalla legge “del tutto arbitrarie”.

01/09

Più vicini allo scaffale del supermercato i prodotti degli animali gm con le linee guida emesse dalla FDA

Fonte: I-SIS, Nature

Le linee guida emesse dalla Food and Drug Administration per la produzione e lo sviluppo di animali transgenici e di prodotti da essi derivati lasciano profondamente delusi quanti speravano che il documento, già presentato in forma di bozza a novembre 2008, potesse colmare il vuoto regolamentare causato dal prolungato silenzio delle autorità sugli animali geneticamente manipolati e sul loro impiego a fini commerciali.

La Food and Drug Administration, infatti, applica anche ad essi la contestatissima nozione di “sostanziale equivalenza” coniata per agevolare l’immissione sul mercato dei vegetali gm negli anni ’90, e non prevede, pertanto, alcun obbligo di etichettatura ne’ un sistema di tracciatura completo che impedisca agli animali modificati e ai prodotti da essi derivati di entrare erroneamente nella catena alimentare. A monte, inoltre, fa notare l’Institute for Science in Society, gli effetti provocati dagli animali gm sull’ambiente e sulla salute non sono mai stati valutati e la versione definitiva delle linee guida non corregge questa anomalia.

Anche le conquiste ottenute sul fronte della trasparenza del processo autorizzativo appaiono, ad un’analisi più ravvicinata, evanescenti. Sotto la pressione delle critiche giunte all’indomani della pubblicazione della bozza del documento, la FDA ha disposto che l’approvazione delle richieste sia sottomessa all’esame di consulenti indipendenti nel corso di riunioni pubbliche. Tuttavia, nota Doug Gurian-Sherman del Sindacato degli Scienziati Responsabili di Washington, “molti dati rilevanti potranno ancora essere sottratti alla conoscenza del pubblico” e, in generale, il fatto che il processo di autorizzazione dei farmaci, cui gli animali transgenici sono assimilati (in forza del Federal Food, Drug and Cosmetic Act), avvenga in gran parte a porte chiuse, non fa ben sperare.

All’inerzia regolamentare della FDA fa riscontro, d’altra parte, l’estrema vitalità di questo nuovo settore biotecnologico: si calcola che l’agenzia abbia ricevuto finora 50 richieste di autorizzazione, e una sua commissione, recentemente interpellata per un farmaco anticoagulante ottenuto da latte gm, ha giudicato il prodotto sicuro ed efficace.

01//09

Rapporto sul Golden Rice: cronaca di un flop annunciato

Fonte: FoodWatch – Christopher Then

A dieci anni dalla comparsa della prima varietà di Golden Rice, il rapporto pubblicato da FoodWatch (“The campaign for genetically modified rice is at the crossroads”) stila un bilancio del progetto lanciato tra ambiziose speranze nell’ormai lontano 1999. Ad oggi, evidenzia il rapporto, lo Humanitarian Board che dirige il progetto, non ha ancora fornito alcuna informazione su aspetti tecnici essenziali del riso geneticamente modificato per garantire ai consumatori dei paesi poveri il necessario apporto di vitamina A: tempi di degradazione dei carotenoidi in fase di stoccaggio, persistenza della protovitamina A al termine della cottura e sua biodisponiblità (ovvero capacità di assunzione della sostanza da parte del corpo umano).

Un vuoto informativo che nasconde, secondo il rapporto, l’estremo imbarazzo dei promotori dinnanzi a un progetto rivelatosi fallimentare sin dagli esordi (i campioni di riso inviati in Germania dall’equipe del Golden Rice nel 2001, contenevano una quantità di carotenoidi inferiore all’uno percento della quantità prevista; successivamente alla cottura essa scese di un ulteriore 50%).

A ciò si aggiunge il recente scandalo della sperimentazione su bambini cinesi di età compresa tra i 6 e gli 8 anni, disposta dal Board e bloccata dalle autorità cinesi solo su denuncia di Greenpeace.

Il rapporto, tuttavia, non si ferma al caso del Golden Rice e discute anche i rischi e le prospettive aperte dalla manipolazione genetica del riso, alimento di “suprema importanza” per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, al centro dell’interesse dell’industria del biotech dopo il mais e la soia.

Il Workshop internazionale di biosicurezza che si è tenuto a Pechino nel 2008 ha chiarito che, nel caso del riso, il rischio della contaminazione genetica interessa non tanto le varietà coltivate quanto quelle selvatiche. L’incrocio tra piante di riso gm e piante selvatiche produce vegetali dotati di una sorprendente capacità riproduttiva. L’invasione di queste molto temute varianti di riso selvatico, che non possono essere raccolte, accresciuta dalla carenza di manodopera agricola, può costituire una vera minaccia per i raccolti.

Il rapporto invita pertanto a tenere un approccio più consapevole e critico nei confronti del riso gm e del Golden Rice in particolare, analizzando gli effetti indiretti provocati dalle colture, aggiornando i criteri di valutazione alle nuove conoscenze maturate nel campo della genetica e valutando se, nel caso del Golden Rice, non vi siano vie più sicure e meno dispendiose di assicurare ai bambini di tutto il mondo il corretto apporto di vitamina A.

Newsletter febbraio 2009

 

26/02/09
Autorizzazione dei mais Bt11 e 1507: nulla di fatto alla riunione del Comitato di esperti
Fonte: EU Observer, Andrew Willis
Gli esperti che compongono il Comitato permanente per la catena alimentare e il benessere animale degli stati membri non sono riusciti ad approvare o a respingere la proposta di autorizzazione di due mais gm presentata dalla Commissione europea. La coltivazione dei mais Bt11 e 1507 in UE è stata approvata dagli esperti di 6 stati membri (91 voti) e respinta da quelli di altri 12 (127). Gli scienziati di 6 stati membri si sono astenuti e quelli di Germania e Malta non hanno presenziato le votazioni. Poiché i 127 voti contrari non costituiscono una maggioranza qualificata, la richiesta di autorizzazione presentata da Pioneer e Syngenta passa ora all’esame del Consiglio dei ministri dell’Ambiente. Anche questa volta, occorrerà una maggioranza qualificata; in sua assenza la Commissione potrà procedere ed emettere le autorizzazioni.

20/02/09
Lussemburgo, capitale europea, dichiarata "Città libera dagli Ogm"
Due terzi dei comuni del Lussemburgo rifiuta gli Ogm
Fonte: Yahoo France
Lussemburgo si è dichiarata “Città libera dagli Ogm” insieme a due terzi dei propri comuni, rifiutando l’uso degli Ogm sui propri campi e nei servizi di catering alimentare da essa finanziati.
L’iniziativa “Lussemburgo libera dagli Ogm” è una coalizione di 25 organizzazioni della società civile che nell’estate del 2006 ha fondato e lanciato una campagna per proibire la coltivazione e il consumo di Ogm a Lussemburgo. Da allora, due terzi dei comuni della città si sono dichiarati liberi da Ogm, adeguandosi alla volontà dei consumatori dello stato (secondo un sondaggio effettuato dall’Istituto ILRes nel 2005, l’83% dei lussemburghesi è contrario all’uso di Ogm in agricoltura).
"Questa decisione”, ha dichiarato il coordinatore della campagna Maurice Losch, “ha un notevole significato politico, se si considera che la Commissione europea sta cercando di imporre nuovi pericolosi Ogm contro la volontà di oltre il 60% dei consumatori europei”. Viviane Loschetter, vice Sindaco della città e responsabile per le questioni ambientali ha così commentato: “Gli Ogm sono un problema globale con conseguenze locali, perciò ci interessano tutti. Pertanto abbiamo tutti una responsabilità e la città del Lussemburgo ha fatto la sua parte. Nel rispetto del Principio di precauzione, abbiamo deciso di proteggere la salute dei consumatori e di proibire l’uso degli Ogm nelle mense e in altri servizi di catering. D’ora in avanti, coltivare Ogm sarà proibito. Esortiamo le altre capitali europee a seguire il nostro esempio e a dichiararsi “Capitali europee libere dagli Ogm”.

17/02/2009
Sentenza della Corte di giustizia europea: i cittadini hanno il diritto di sapere dove si trovano i campi coltivati con Ogm
Fonte: European Voice - Zoë Casey
La Corte di giustizia europea ha deciso oggi che l’ubicazione esatta dei campi coltivati con colture geneticamente modificate deve essere resa pubblica su richiesta dei cittadini.
Il tribunale ha dichiarato che, in base alle norme sulla trasparenza contenute nella Direttiva europea che regola l’immissione nell’ambiente degli Ogm, l’identità dei siti su cui si coltivano colture gm “non può in nessun caso restare riservata”, in quanto i transgenici possono arrecare rischio alla salute e all’ambiente.
Il caso è nato da una richiesta di Pierre Azelvandre, cittadino francese che nel 2004 ha scritto al Sindaco dell’Alta Alsazia e alla Commissione sull’accesso ai documenti amministrativi, chiedendo di conoscere l’ubicazione dei siti gm della sua regione. Non avendo ricevuto risposta dal sindaco e avendo la Commissione emesso parere sfavorevole per motivi di privacy e sicurezza degli agricoltori, Pierre Azelvandre ha interpellato il Consiglio di Stato, che ha a sua volta richiesto il parere della Corte di giustizia europea.

14/02/2009

Perché la Potificia Accademia delle Scienze ospita un dibattito a senso unico sulle colture biotech?

di Seàn McDonagh

Il sito web della Santa sede, nella sezione dedicata alla Pontificia Accademia delle Scienze, riporta informazioni su una Settimana di studio intitolata “Le piante transgeniche per la sicurezza alimentare nel contesto dello sviluppo”, che si terrà a Roma dal 15 al 19 maggio 2009 (1). L’evento potrebbe apparire lodevole, se non fosse che quel che segue è una campagna totalmente unilaterale volta a promuovere le colture geneticamente modificate. Il travisamento dei fatti inizia a pagina 2, dove si vede una foto di Papa Benedetto XVI con le braccia aperte, pronto ad abbracciare il mondo e, presumibilmente, la nuova tecnologia. Una volta letto il testo, risulta evidente che il Pontefice è preoccupato per le ripercussioni della crisi finanziaria sul prezzo del cibo per i poveri, ma non sta esprimendo il proprio sostegno agli Ogm.

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13/02/09
Nuovo mais gm contiene proteine ricavate da misteriose creature marine
Gli esperti ammoniscono: se autorizzato, il cereale transgenico contaminerà la catena alimentare
Fonte: Union of Concerned Scientists
Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha annunciato, a novembre del 2008, l’intenzione di deregolamentare una varietà di mais geneticamente modificata dalla Syngenta per la produzione di etanolo, sollecitando l’invio di commenti pubblici sia sulla propria decisione preliminare, sia sulla bozza di valutazione ambientale che ne illustra le motivazioni. Se il “mais-etanolo” dovesse essere deregolamentato, il vegetale non sarebbe più soggetto al controllo dell’USDA e potrebbe essere coltivato negli Stati Uniti senza alcuna restrizione e su qualsiasi scala.
La Syngenta ha sviluppato questa varietà di mais per  ridurre i costi di produzione dell’etanolo e renderlo maggiormente competitivo. La società spera, infatti, che la proteina introdotta nella pianta mediante modifica genetica possa rompere la catena dell’amido del mais nella fase delle alte temperature, e che il nuovo metodo sostituisca quello più costoso attualmente in uso, basato su proteine ricavate da microbi. La proteina creata dalla Syngenta, tuttavia, deriva dall’assemblaggio di proteine provenienti da tre organismi insoliti e alquanto sconosciuti che proliferano in acque marine estremamente calde.
Nei commenti fatti pervenire all’USDA, il Sindacato degli Scienziati Responsabili, ha sottolineato che se l’Agenzia dovesse autorizzare la coltivazione del cereale nelle proporzioni richieste dalla Syngenta, la contaminazione del mais destinato ad uso alimentare e mangimistico sarebbe inevitabile. I cittadini si ritroverebbero così a consumare proteine non nate per il consumo alimentare ed esposti a grave rischio di allergie. Il Sindacato ha chiesto all’USDA di salvaguardare l’integrità della catena alimentare proibendo la produzione in campo aperto del nuovo cereale gm e di tutte le altre colture geneticamente modificate a scopo industriale o farmaceutico.

04/02/09

La società civile fa appello alle autorità per bloccare l’ingresso in UE di due nuovi inquinanti Ogm e mantenere i divieti degli stati membri sul MON810

Fonte: Greenpeace, Save our Seeds, Via Campesina Europa, IFOAM, EuroCoop

La Commissione europea ha recentemente proposto di autorizzare all’interno dell’Unione europea la coltivazione dei mais Bt11 e 1507 e di indurre Francia, Grecia Ungheria ad abrogare i propri divieti nazionali sul mais MON810.

Nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri dell’Ambiente UE (4 dicembre 2008), tuttavia, i governanti hanno concordato sulla necessità di una fondamentale revisione dei criteri di valutazione dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e stabilito che gli Ogm che producono pesticidi, come i due mais Bt11 e 1507, devono essere considerati pesticidi a tutti gli effetti e come tali valutati in termini di impatto ambientale e sanitario.

A settembre 2008, inoltre, la Direzione generale per la salute e l’ambiente della Commissione UE ha incaricato l’EFSA di valutare in che modo gli Ogm resistenti agli erbicidi hanno modificato il consumo di erbicidi.

In un appello rivolto ai ministri UE, le organizzazioni della società civile hanno chiesto alle autorità di rispettare le raccomandazioni emesse dai diversi organismi europei e di respingere la proposta di autorizzazione presentata della Commissione. I mais Bt11 e 1507, infatti, pur essendo pesticidi e contenendo anche un gene che li rende resistenti all’erbicida glufosinate, non sono mai stati valutati alla luce dei nuovi e più stringenti criteri. Il glufosinate, inoltre, in base al Regolamento sui pesticidi adottato il 13 gennaio 2008 sarà proibito in Europa.

Occorre ricordare che le varietà vegetali resistenti al glufosinate inducono un consumo non solo certo ma anche più abbondante di tale erbicida, come già si è visto con gli erbicidi al glifosate della Syngenta, il cui consumo è aumentato del 43% nell’ultimo anno.

Anche l’abrogazione dei divieti nazionali di Francia, Grecia e Ungheria sul mais MON810 è stata fortemente contestata. Risultato dannoso per organismi non target, il suolo e gli ecosistemi acquatici, il MON810 è attualmente al centro di un nuovo processo di valutazione in Europa. “Per questo”, sostengono le ONG “anche solo pensare di abrogare i divieti emessi su base nazionale, prima che sia portata a termine una nuova valutazione del prodotto, appare contrario a ogni logica e buon senso”.

 



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