Newsletter luglio 2010

23/07/10
Irlanda: raccolto record di mais a rischio contaminazione gm
Fonte: Gm Free-Ireland
(http://www.gmfreeireland.org)
Dopo la Germania è la volta dell’Irlanda: il mais gm NK603 prodotto dalla Monsanto e non autorizzato per la coltivazione all’interno dell’Unione europea è stato seminato anche sull’isola verde. Secondo Michael O’Callaghan di “Gm-free Ireland” “l’incidente” è in questo caso doppiamente imbarazzante. Il governo irlandese, infatti, si è ufficialmente impegnato a conservare il paese libero da transgenici nel 2009, mentre la varietà illegale è stata riscontrata in ragione di quasi 300 piante per ettaro in 4 siti sperimentali del Dipartimento dell’Agricoltura (DAFF) ove era in corso la coltivazione di una varietà di mais (PR39T83) prodotta dalla Pioneer Hi Bred e da questa certificata come convenzionale.
Secondo quanto ha dichiarato il DAFF, le piante transgeniche sono state individuate e distrutte prima della fioritura per sventare il rischio di una contaminazione più estesa, ma Michael O’ Callaghan giudica inaccettabile che il Dipartimento dell’Agricoltura non abbia sottoposto a controlli preventivi le sementi della Pioneer. La società di biotech ha infatti fornito false certificazioni su sementi di sua produzione in almeno due casi accertati. A marzo scorso la Pioneer ha commercializzato in Germania sementi di mais contaminate dallo stesso evento gm NK603 della Monsanto causando perdite per centinaia di milioni di euro ai danni degli agricoltori tedeschi. Nel 2007, invece, l’episodio di contaminazione originato dal suo mais gm Herculex (allora illegale in UE) ha portato all’emanazione di una moratoria europea sulle importazioni di mangimi animali provenienti dagli Stati Uniti con perdite per centinaia di milioni di dollari ai danni dei trader di cereali.
“Gm-free Ireland” chiede al governo irlandese di accertare e rendere nota con la massima tempestività e trasparenza l’entità della contaminazione. “Sarebbe un’amara ironia”, fa notare O’Callaghan, “se gli agricoltori irlandesi dovessero perdere quello che un’estate insolitamente umida e calda ha reso il più grande raccolto di mais della storia del paese per via della contaminazione gm”.

20/07/10
Germania: imponente manifestazione a Monaco di Baviera contro i brevetti sul vivente
Contro i brevetti anche i governi di Germania e Olanda
Fonte: “No Patents on Seeds”

(http://www.no-patents-on-seeds.org/)
Organizzazioni della società civile e agricoltori tedeschi sono scesi in piazza a Monaco di Baviera per chiedere all’Alta Corte di Appello di revocare i brevetti concessi dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) su due ortaggi tradizionali e reclamare un radicale emendamento delle leggi brevettuali europee. L’Alta Corte di Appello è organica all’EPO, ma formalmente “indipendente nelle decisioni e vincolata al rispetto della sola Convenzione europea sui brevetti”.
Nel 2002 l’EPO ha concesso alla società britannica “Plant Bioscience” un brevetto su un metodo di miglioramento genetico capace di accrescere la percentuale di glucosinolati presenti nella pianta del broccolo. Per localizzare e accrescere la percentuale del composto dotato di proprietà anticancerogene, la “Plant Bioscience” non ha manipolato geneticamente la pianta, ma si è limitata a impiegare tecniche di miglioramento genetico tradizionali. Ciononostante, si è vista concedere un brevetto che le conferisce diritti esclusivi su tutti i tipi di broccolo contenenti quantità di glucosinolati superiori alla norma, riprodotti o meno con il metodo brevettato.
Analogo il caso del brevetto sul cosiddetto “pomodoro disidratato” concesso dall’EPO nel 2002 al ministero dell’Agricoltura israeliano.
Dichiara Fabrizia Pratesi, coordinatrice di EQUIVITA: “Come temevamo e da sempre denunciamo i brevetti sulle piante e gli animali geneticamente modificati hanno funto da ‘apripista’. Sono stati un lucroso stratagemma con cui le multinazionali biotech hanno progressivamente allargato i confini della brevettabilità fino ad annettervi piante e animali riprodotti in modo del tutto convenzionale. E’ arrivato il momento di fare marcia indietro. Il patrimonio genetico del pianeta deve tornare a essere bene comune liberamente fruibile dai cittadini, non proprietà privata appannaggio di poche aziende o governi senza scrupoli”.
Decisivo sarà in questo senso il verdetto emesso dall’Alta Corte d’Appello sul broccolo e il pomodoro, divenuti casi giuridici destinati a fare giurisprudenza in Europa e nel mondo, e la pressione del vasto movimento di opposizione ai brevetti sulla materia vivente che conta ora al suo interno anche i governi di Germania e Olanda.

07/07/10
Unione europea: Corte di Giustizia pone limiti alle rivendicazioni della Monsanto
Il brevetto sulla soia Roundup Ready non si estende alla farina di soia trasformata
Fonte: Corte di Giustizia UE, Intellectual Property Watch (IPW), Monsanto
Un brevetto europeo può essere fatto valere soltanto nei confronti di un’invenzione che svolga effettivamente la funzione per la quale essa è stata brevettata. La sequenza di DNA che conferisce alle piante capacità di resistenza all’erbicida Roundup, brevettata dalla Monsanto in Europa nel 1996, ha cessato di esercitare la propria funzione nella farina di soia, “materia morta ottenuta dopo varie operazioni trattamento del vegetale”. La Monsanto non può quindi impedire che la farina di soia proveniente dall’Argentina e contenente in forma residuale geni da lei brevettati sia commercializzata all’interno dell’Unione europea.
Questa la decisione della Corte di Giustizia dell’UE in merito alla controversia per violazione di brevetto intentata dalla Monsanto contro Cefetra e Toepfer, due imprese europee che tra il 2005 e il 2006 hanno importato nei Paesi Bassi farina di soia proveniente dall’Argentina.
Un duro colpo per la Monsanto, intenzionata a riscuotere per vie traverse i diritti di proprietà acquisiti sulla soia Roundup Ready in Europa, ma non riconosciuti in Argentina, ove il vegetale è coltivato in enormi quantità e alimenta esportazioni per 3.000 milioni di euro all’anno senza essere coperto da brevetto.