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Newsletter dicembre 2010

22/12/10
Brasile: approvata mozione contro gli agro-tossici nel corso del "1° simposio di salute ambientale"
Fonte: Ecodebate, Em Pratos Limpos
Si è tenuto a Belém do Parà dal 6 al 10 dicembre 2010 il “Primo simposio brasiliano di salute ambientale”. Al termine dei lavori, i quasi 1000 partecipanti tra docenti, ricercatori, operatori dei settori interessati ed esponenti della società civile hanno approvato la “Mozione contro l’uso degli agro-tossici e per la vita”. I partecipanti al simposio si sono così impegnati a sostenere e ad accelerare per quanto in loro potere la transizione a un modello di produzione agro-ecologica svolgendo attività di ricerca, sviluppando tecnologie, formando professionisti e prestando appoggio alle istituzioni e agli organi competenti, ma anche collaborando con i movimenti sociali per promuovere la creazione di territori liberi dagli agro-tossici.
I partecipanti al simposio hanno espresso, inoltre, la loro adesione a una scienza vicina ai cittadini, in grado di valorizzare i processi collettivi di produzione del sapere e di fare emergere il punto di vista delle popolazioni che pagano il prezzo più elevato per l’attuale modello di sviluppo economico.
Nel 2008 e nel 2009 il Brasile è risultato essere il maggiore consumatore mondiale di agro-tossici (alcuni dei quali banditi nel resto del mondo). Ciò ha causato la contaminazione dell’aria, dell’acqua e del suolo, compromettendo allo stesso tempo la qualità degli alimenti. Il prossimo 7 aprile, in occasione della Giornata mondiale della salute, il movimento internazionale degli agricoltori “Via Campesina” lancerà una campagna permanente contro gli agro-tossici.


19/12/2010
Wikileaks: file pubblicati confermano: le società di biotech condiziano la politica dei governi sugli Ogm
Fonte: Wikileaks
“Missione Parigi raccomanda che il governo degli Stati Uniti rafforzi la nostra posizione negoziale con l’UE sulle biotecnologie agricole pubblicando un elenco di obiettivi per la rappresaglia […] A nostro avviso l’Europa sta andando indietro invece che avanti su questo tema e la Francia gioca un ruolo primario in tutto questo, insieme all’Austria, all’Italia e persino alla Commissione […] La ritorsione servirà a chiarire che la strada intrapresa lede gli interessi europei e potrà rafforzare la voce di quanti sostengono gli Ogm in Europa”.
Questo il contenuto di una comunicazione riservata inviata il 14 dicembre 2007 dall’allora ambasciatore degli Stati Uniti in Francia Craig Stapleton al Rappresentante USA per il Commercio estero (USTR) e al Sottosegretario di stato per gli Affari Economici, Commerciali e Agricoli. Fonte di allarme per l’ambasciatore Stapleton sono le misure “anti-Ogm” adottate in Francia in quei mesi su impulso della “Commissione Grenelle per l’Ambiente” (divieto di coltivazione del mais gm MON810, proposta legislativa che regolamenta in senso restrittivo la coltivazione degli Ogm, rinnovata adesione al principio di precauzione espressa dal presidente Sarkozy, istituzione di un’autorità nazionale per le biotecnologie), ma anche la possibilità che la linea precauzionale e dell’interesse comune possa dilagare nel resto dell’Europa, complice l’influenza che il governo francese si prepara a esercitare sugli Stati membri nel corso del semestre di presidenza slovacca e della successiva propria, e lo scadere dell’autorizzazione alla coltivazione del MON810, suscettibile di riaprire il dibattito sugli Ogm.
Commenta “EnviroLeaks”: “Nel leggere il dispaccio si capisce come non vi sia una linea di demarcazione reale tra la politica del governo statunitense e l’attività delle corporazioni. Non vi è la benché minima differenza tra le parole dell’ambasciatore Craig Stapleton e un qualsiasi memorandum similare stilato dall’amministratore delegato della Monsanto”.
Lo scenario che emerge da una comunicazione inviata dall’ambasciatore statunitense in Spagna due anni dopo è simile per alcuni versi a quello delineato da Stapleton nel suo SOS del 2007. Il 14 aprile 2009, infatti, la Germania ha vietato la coltivazione del mais MON810 e subito prima, il 2 marzo, la maggioranza dei ministri europei (spagnolo compreso) ha votato a favore del mantenimento dei divieti di coltivazione emessi da Austria e Ungheria. In Spagna, a marzo del 2008, le Isole Canarie sono state dichiarate territorio libero dagli Ogm, misura simbolica ma indicativa di un sentimento diffuso, se si considera che a febbraio del 2009 in Catalogna è stata presentata una proposta di legge che vorrebbe dichiarare anche questa regione libera dai transgenici. Nei Paesi Baschi, inoltre, ad aprile del 2009, il Parlamento ha approvato una legge che rende praticamente impossibile coltivare il mais gm MON810. Il viceministro dell'Ambiente e degli Affari rurali e marini Josep Puxeu, definito nel dispaccio “sostenitore di vecchia data delle biotecnologie agricole”, lamenta difficoltà sempre maggiori nel trovare alleati pro-biotech all’interno del ministero e pressioni sempre crescenti sul paese per la messa al bando del MON810. L’ambasciatore statunitense si fa allora portavoce dell’esplicita richiesta del viceministro Puxeu e chiede che il governo statunitense faccia pressione su Bruxelles affinché le biotecnologie “restino un’opzione per gli Stati membri” e che i governi di Stati Uniti e Spagna s’impegnino congiuntamente in questa impresa.

19/12/10
Spagna: subito una moratoria sugli Ogm!
Coalizione di Ong lancia un'azione telematica per chiedere un immediato cambio di rotta nella politica governativa sugli Ogm

Fonte: Greenpeace
Sull’onda delle recenti rivelazioni di Wikileaks, una coalizione di associazioni ambientaliste e di agricoltori spagnole ha rivolto un pressante appello al ministro dell’Ambiente Rosa Aguilar. Le associazioni chiedono che la politica del governo spagnolo sugli Ogm cessi di essere dettata dalle multinazionali del biotech e che sia proibita al più presto la coltivazione del mais gm MON810 nel paese. Le comunicazioni riservate pubblicate da Wikileaks dimostrano, infatti, che la Spagna ha agito da “testa di ponte” nella battaglia condotta dal governo statunitense per forzare l’introduzione degli Ogm in Europa, e che entrambi i governi hanno servito gli interessi delle multinazionali produttrici ledendo quelli dei cittadini.
Nell’appello rivolto al ministro, Greenpeace e le altre associazioni ricordano che il governo spagnolo sostiene da oltre 10 anni praticamente da solo la coltivazione degli Ogm in Europa e che la Spagna è l’unico paese del blocco ad aver permesso che il mais gm MON810 fosse coltivato su vasta scala sul proprio territorio violando norme comunitarie e nazionali sulla trasparenza, non imponendo regole sulla tracciabilità dei prodotti né richiedendone l’etichettatura. La coltivazione del mais gm MON810 ha causato innumerevoli casi di contaminazione generando danni economici e sociali elevati. L’appello può essere sottoscritto al seguente indirizzo:
http://www.ciberactuacongreenpeace.es/?cyberid=110

16/12/10
Stati Uniti: dall'USDA imminente nuovo via libero alla coltivazione dell'erba medica gm
Fonte: Comunicato stampa USDA, Center for Food Safety (CFS)
Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) si prepara ad autorizzare ancora una volta la coltivazione commerciale dell’erba medica gm. Nello stilare la sua “Dichiarazione d’impatto ambientale” definitiva, infatti, l’USDA ha analizzato gli effetti ambientali e socio-economici che potrebbero scaturire da una coltivazione più o meno “vincolata” del vegetale gm, ma non ha preso in considerazione la possibilità di mantenere in vigore il divieto di coltivazione disposto da corti di diverso grado nell’ambito del ricorso avviato dal “Center for Food Safety” e altre organizzazioni nel 2007. Secondo l’USDA, infatti, la sicurezza dei vegetali gm finora immessi sul mercato non è in discussione, mentre la progressiva espansione dell’agricoltura convenzionale, biologica e transgenica ha causato problematiche di coesistenza sulle quali l’agenzia si dichiara disposta a collaborare con le parti interessate. Il “Center for Food Safety” si è detto deluso dell’esito della nuova valutazione dell’USDA. E’ dimostrato, infatti, che nessuna coesistenza esente da contaminazione è possibile tra coltivazioni transgeniche e non. Dichiara il direttore Andrew Kimbrell: “Se si vuole preservare l’erba medica e la produzione lattiero-casearia dalla contaminazione transgenica, l’unica strada è proibire ogni coltivazione di erba medica gm”. L’USDA, inoltre, non ha preso in considerazione il problema assai rilevante delle infestanti resistenti al glifosate e il conseguente incremento nell’uso degli erbicidi.

14/12/2010
Penisola iberica: cresce la disaffezione per il mais gm
Fonti:Plataforma Transgénicos Fora
La popolarità dei mais gm sulla penisola iberica è in declino. Nel 2010 in Portogallo sono stati coltivati 4.868 ettari di mais MON810 contro i 5.201 del 2009 (dati del ministero dell’Agricoltura*). Si tratta del primo decremento da quando nel 2005 ha avuto inizio la coltivazione commerciale del vegetale transgenico nel paese. Secondo la “Plataforma Transgénicos Fora”: “Una percentuale significativa degli agricoltori che sperimenta il mais MON810 finisce con l’abbandonarlo”. In Spagna nel 2010 la superficie di terra coltivata con mais gm è diminuita dell’11% interessando l’area più ristretta mai raggiunta dal 2006. Nel 2009 in Spagna e Portogallo erano concentrati tre quarti dei 94.700 ettari di mais gm coltivati all’interno dell’Unione europea. Il rimanente era suddiviso tra Repubblica ceca, Romania, Polonia e Slovacchia.
*http://www.stopogm.net/content/cultivo-comercial-transgenico-2010

07/12/2010
Stati Uniti: posticipato l'ordine di distruzione della barbabietola gm seminata illegalmente
Fonte: NASDAQ, Center for Food Safety (CFS)

Una Corte d’Appello ha posticipato l’ordine di immediata distruzione emesso dal giudice federale Jeffrey White per centinaia di acri di barbabietole gm seminati negli Stati Uniti lo scorso settembre. Il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (USDA) aveva autorizzato la semina della barbabietola da zucchero gm nonostante il giudice White, in una precedente decisione, avesse invalidato l’autorizzazione alla coltivazione concessa dall’APHIS (Animal and Plant Health Inspection Service) nel 2005. Secondo White l’agenzia non aveva preso in considerazione le conseguenze ambientali, sanitarie e socio-economiche legate alla coltivazione della barbabietola gm. Intendendo preservare dai danni della contaminazione agricoltori e consumatori, il giudice White aveva disposto che le piante seminate illegalmente fossero distrutte a partire dal 6 dicembre. La Corte d’Appello ha ora posticipato la decorrenza dell’ordine al 23 dicembre 2010.


01/12/10
Unione europea: nuovo rappporto denuncia conflitto d'interessi in seno all'EFSA
Fonte: Testbiotech

In un rapporto recentemente presentato ai media, Testbiotech evidenzia un grave conflitto d’interessi in seno all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Il presidente del “Gruppo di esperti scientifici sugli Ogm”, responsabile della valutazione dei rischi dei transgenici nell’ambito dell’agenzia, collabora da anni con una Task force dell’”Istituto internazionale delle scienze della vita” (ILSI – Washington). Tale Task force è guidata da un dirigente della Monsanto e tutti coloro che la compongono fanno capo a multinazionali biotech. Come lo stesso ILSI ha avuto occasione di dichiarare, la Task force ha pesantemente influenzato la definizione dei criteri in base ai quali l’EFSA valuta la sicurezza delle piante gm. Dichiara Christoph Then: “Questa è solo la punta dell’iceberg. Abbiamo ragione di temere che la relazione che intercorre tra il Gruppo di esperti sugli Ogm e l’industria biotech impedisca all’EFSA di assolvere al proprio compito istituzionale”.
Per dimostrare quanto sia importante che la ricerca sugli effetti dei transgenici avvenga in modo indipendente, Testbiotech ha presentato l’esito di un progetto realizzato dall’”Istituto federale svizzero di tecnologia” su suo finanziamento. Un’equipe guidata da Angelica Hilbeck dell’Università di Zurigo ha analizzato le reazioni del mais gm in condizioni di estremo calore e siccità. “Questo tipo di studi”, ha spiegato la ricercatrice “sono essenziali per la valutazione del rischio. C’è ancora molto da imparare su come il mutare delle condizioni ambientali influenza il comportamento dei costrutti genetici introdotti tecnicamente nelle piante”.



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