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Newsletter agosto 2008
31/08/08
Parlamento californiano approva progetto di legge “salva agricoltori”
Fonte: Genetic Engineering Policy Alliance
L’Assemblea e il Senato dello stato della California hanno approvato una proposta di legge di importanza storica per gli agricoltori californiani.
AB 541 stabilisce, infatti, alcuni dispositivi di protezione per quegli agricoltori che non avendo potuto evitare l’inevitabile, ovvero il flusso di pollini o sementi gm nelle terre di loro proprietà e la conseguente contaminazione delle colture convenzionali, sono accusati dalle multinazionali del biotech di aver violato i brevetti che gravano sui loro prodotti. Attualmente, gli agricoltori che vedano contaminati il proprio raccolto da sementi o pollini brevettati sono oggetto di cause vessatorie da parte delle società di biotech che detengono i brevetti, in particolare da parte della Monsanto.
AB 541 istituisce inoltre un protocollo obbligatorio per la raccolta dei campioni finalizzata all’accertamento delle presunte violazioni di brevetto, stabilendo che le società di biotech non possono prelevare i vegetali se non su esplicita autorizzazione degli agricoltori stessi.
La proposta di legge ha registrato l’ampio consenso di entrambi gli schieramenti del Parlamento nonché di organizzazioni di categoria tradizionalmente assestate su posizioni opposte in fatto di questioni agricole.
La legge è ora all’esame del Governatore della California e si spera possa essere approvata presto.
29/08/08
CTNBio autorizza coltivazione commerciale del cotone della Bayer
Fonte: Rel-UITA
La Commissione Tecnica Nazionale di Biosicurezza (CTNBio) del Brasile ha autorizzato a forte maggioranza (18 voti a favore, 3 contrari e 2 astenuti) la coltivazione a fini commerciali del Liberty Link: una varietà di cotone transgenico prodotta dalla Bayer CropScience.
L’estesa coltivazione di questo nuovo Ogm, appare tuttavia preoccupante dal punto di vista ambientale e poco vantaggiosa sul piano economico. Il cotone transgenico Liberty Link è infatti abbinato all’erbicida Finale, prodotto anch’esso dalla Bayer e classificato da Agrofit, banca dati di pubblico accesso che riporta informazioni su tutti gli agrotossici registrati presso il Ministero dell’Agricoltura brasiliano, come “mediamente tossico” e “altamente pericoloso in termini di impatto ambientale”.
Inoltre, l’Associazione brasiliana dei produttori di cotone ha dichiarato in un comunicato stampa che il cotone gm non accrescerà in modo significativo la produzione cotoniera della regione del Mato Grosso.
In passato, anche il cotone gm della Monsanto si è rivelato scarsamente attraente dal punto di vista economico e occupa oggi solo il 10% dell’area coltivata a cotone dello stato.
14/08/08
Se le api cercano asilo in città
Fonte: IPS – Julio Godoy
Sei apicoltori tedeschi hanno trasferito i loro alveari dalla cittadina di Kaisheim alla città di Monaco per impedire che gli insetti si cibassero del nettare delle piante di mais gm in fioritura.
Dopo essersi inutilmente appellati al tribunale di Amburgo, gli apicoltori si sono risolti al trasferimento di emergenza per scongiurare l’eventualità che il miele prodotto dalle loro 30.000 api risultasse contaminato da Ogm e conseguentemente invendibile. In Germania, infatti, le piante gm possono essere coltivate liberamente ma i prodotti da esse derivati non possono essere consumati dall’uomo.
Thomas Radetzki, direttore del sindacato degli apicoltori “Millifera”, ha spiegato che il caso delle api di Kaisheim è tutt’altro che isolato e che il fenomeno del trasferimento delle arnie si sta diffondendo in tutta la Germania come mezzo per sfuggire alla contaminazione da Ogm. In alcune regioni, però, specie nei dintorni di Berlino, la diffusione delle colture transgeniche è tale da non lasciare vie di scampo.
La sopravvivenza delle api è anche minacciata dalla crescente diffusione delle monocolture. Immagini satellitari del paese evidenziano come, specie nelle regioni orientali, l’estrema carenza di fiori associata al prevalere della monocoltura esponga le api al rischio di carestie mentre la grossa concentrazione di pesticidi e insetticidi ha determinato qui come in altri paesi del mondo la morte di un altissimo numero colonie.
Le api di Kaisheim torneranno al loro paese a fine estate, quando si sarà esaurita la fioritura del mais.
14/08/08
St Loius: giudice nega lo status di class action alla causa contro la Bayer
Fonte: Forbes, Stati Uniti
Il giudice distrettuale Catherine Perry ha rifiutato di unire in una class action le cause intentate da centinaia di agricoltori statunitensi contro la Bayer per l’immissione accidentale del riso gm Liberty Link nella catena alimentare.
Secondo il giudice Perry, la Bayer è responsabile del crollo del prezzo del riso seguito alla contaminazione delle derrate alimentari ma le perdite subite dagli agricoltori sono troppo diverse tra loro per poter essere giudicate nell’ambito di una class action.
Don Dowing, avvocato della Gray Ritter and Graham, società impegnata nella difesa degli agricoltori, ha assicurato che le azioni legali andranno avanti ugualmente e che è in fase di valutazione la possibilità di ricorrere in appello contro la decisione del giudice. “Le cause non dovranno essere necessariamente giudicate singolarmente” ha aggiunto, “gli agricoltori potranno anche scegliere di portare davanti al giudice un gruppo di cause pilota e poi giungere ad accordi sulla base dei verdetti ottenuti”.
08/08/08
La barbabietola da zucchero gm s’insinua nella catena alimentare statunitense ma i cittadini passano al contrattacco
Fonte: Organic Consumers Association (http://www.organicconsumers.org/)
L’Associazione dei consumatori biologici ha promosso negli Stati Uniti una campagna di boicottaggio contro la Kellog’s & Co. Intento della campagna è quello di indurre la più grande azienda di cereali del mondo a non utilizzare zucchero proveniente da barbabietole gm e di innescare in quote crescenti di mercato il rifiuto per prodotti come pappe per bambini, dolci e cereali.
Com’è noto, le barbabietole Roundup Ready sono geneticamente modificate per resistere al tossico erbicida Roundup della Monsanto e al suo principio attivo glifosato. Pochi sanno, però, che quando il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (USDA) ha approvato la coltivazione a scopo commerciale delle barbabietole gm nel 1998, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) ha contemporaneamente elevato la soglia massima di tolleranza per i residui di glisfosato presenti sulle radici della pianta portandola da 0,2 a 10 parti per milione.
In questo modo, la percentuale di sostanze tossiche ammesse sulle radici della pianta è cresciuta del 5000 per mille e non stupisce che la misura sia stata varata su richiesta della Monsanto.
Le radici della barbabietola da zucchero contengono saccarosio: una sostanza che viene estratta, raffinata e trasformata nello zucchero utilizzato nel cibo che mangiamo. Ciò vuol dire che se aumenta la quantità di ingredienti gm immessa nel cibo, aumenta anche la probabilità che si consumino più sostanze chimiche tossiche.
Inoltre, se fino all’anno scorso le barbabietole gm non erano mai state coltivate negli Stati Uniti per essere vendute all’industria alimentare, quest’anno gli agricoltori dell’ovest del paese hanno effettuato la prima semina di barbabietole Roundup. Quel che è peggio, è che quando le barbabietole transgeniche saranno immesse sul mercato, forse già all’inizio dell’anno prossimo, i consumatori non potranno individuarne la presenza per l’assenza di obblighi di etichettatura. Attualmente, negli Stati Uniti, è ammessa la vendita di sole quattro colture gm: grano, cotone, soia e colza. La maggior parte di queste sono modificate per resistere a dosi massicce e ripetute di erbicidi ed è destinata al consumo animale con la sola eccezione di alcuni oli e ingredienti alimentari minori.
Le barbabietole da zucchero gm romperebbero nettamente con questa tradizione in quanto potrebbero diventare il primo ingrediente gm importante aggiunto a pressoché tutti i cibi lavorati presenti sugli scaffali dei supermercati.
01/09/08
José Bové rischia di nuovo il carcere
Fonte: Greenplanet.net
"Ho l'impressione che intendano farci pagare il fatto di avere avuto ragione troppo presto. I fatti risalgono al novembre 2006, il mais transgenico Mon810 è stato vietato in Francia nel 2008". Questo è quanto ha dichiarato mercoledì scorso José Bové, a margine dell'udienza del processo, in corso a Bordeaux, che lo vede accusato insieme ad altri 11 faucheurs volontaires d'OGM (letteralmente falciatori volontari), responsabili di una operazione di "tracciabilità" di mais geneticamente modificato.
Il 4 novembre 2006 circa un centinaio di faucheurs, tra i quali Bové, si introducono nell'azienda di proprietà di Marc Giblet, a Lugos in Gironda, e "marchiano" con del mallo di noce (un colorante naturale) il mais GM presente in un silo, rendendo di fatto impossibile la commercializzazione di una parte delle 2000 tonnellate stoccate. Inaspettatamente Giblet fa la sua comparsa e spara con il proprio fucile.
Il dibattimento processuale è iniziato il 10 luglio scorso a Bordeaux, ma è nell'udienza di mercoledì scorso che si dispiega pienamente il contraddittorio. Bovè e gli altri sono accusati di distruzione di beni, Giblet di atti di violenza a mano armata, oltre a figurare contemporaneamente come vittima. Ma il confronto fra le parti va presto oltre i capi d’imputazione: in aula si discute di OGM, di genetica, di agricoltori sottomessi allo strapotere delle multinazionali, di politica ambientale e legislazione, di azione non violenta. Nonostante la difesa abbia voluto imprimere alla discussione un alto profilo, il pubblico ministero, contrario a trasformare l'udienza in "tribuna politica e mediatica", ha richiesto una pena di otto mesi senza condizionale per Bovè e ha inoltre chiesto una pena di 10 mesi con la condizionale per Giblet.